Valenza formativa
- Sviluppare la qualità della formazione degli studenti sul piano delle conoscenze, delle competenze, delle capacità;
- Costruire un rapporto sinergico tra scuola e territorio;
- Formare persone capaci di riflettere in modo autonomo;
- Promuovere conoscenza di sé e comprensione della società contemporanea, una valutazione critica della realtà e dei rapporti fra sé e gli altri, anche per un consapevole orientamento alle successive scelte di studio e di attività professionale;
- Stimolare lo sviluppo di personalità coerenti ed equilibrate, ma anche dinamiche e aperte a nuove esperienze, libere nel giudizio, capaci di collaborare con gli altri;
- Educare alla consapevolezza che la libertà personale si realizza nel rispetto degli altrui diritti e nell’adempimento dei propri doveri
- Il compito del doposcuola, pertanto, è quello di far acquisire non solo competenze, ma anche valori da trasmettere per formare cittadini che abbiano senso di identità, appartenenza e responsabilità.
Valenza sociale
Quando si parla del valore sociale della scuola non ci si riferisce prevalentemente alla cura e alla tutela di ragazzi e bambini in difficoltà, che nel sistema di istruzione trovano forme e certezze di miglioramento e crescita umana e culturale. L’attività didattica può infatti anche diventare occasione per rafforzare il valore della solidarietà e superare i limiti dell’individualismo verso il quale il sistema sociale tende a spingerci.
I giovani, passano la loro quotidianità nelle aule di una scuola, vivono la relazione tra coetanei e con gli adulti che li affiancano, dentro un sistema di rapporti che definisce ruoli ben distinti: il docente che insegna e l’alunno che apprende. Difficile per molti pensare ad un cambiamento di prospettiva, prevedendo che imparare possa anche essere frutto di collaborazione e condivisione tra i soli studenti.
La missione del doposcuola è di mettere in atto strategie di apprendimento cooperativo per responsabilizzare gruppi di alunni al raggiungimento di un obiettivo condiviso, favorire un interscambio di specifiche competenze diversificate ed accogliere come stile relazionale ed operativo le modalità dell’ascolto, dell’accettazione del punto di vista altrui e della messa a disposizione solidale di ciò che si è e si sa fare.
Il doposcuola è dunque occasione di crescita della dimensione sociale della cittadinanza attiva e responsabile ogni volta in cui contribuisce a maturare il senso di naturale partecipazione a quanto accade nel contesto di appartenenza. Senza sentirsi mai estranei o fuori dai giochi. È dunque possibile imparare a equiparare il proprio contributo a quello di un compagno in difficoltà perché ugualmente importanti per la realizzazione di un percorso condiviso e la conclusione positiva di un progetto. Così come è utile formarsi sapendo accettare i tempi e i limiti propri e altrui. Aiuta a crescere come cittadini responsabili, ad imparare a fermarsi per aspettare il ritmo di un altro, ad accettare il fatto che sia possibile apprendere anche da chi la società, secondo relativi parametri di prestazione, valuta meno capace.
Riconoscere il valore sociale e politico dell’attività scolastica significa dunque fare i conti con tutto ciò che investe la persona e la sua formazione collettiva. Nelle realtà quindi in cui sono in atto strategie di apprendimento cooperativo vuole dire prendendosi a cuore il destino comune di domani.
Valenza umana
Attraverso il doposcuola abbiamo il compito di tracciare linee di metodo per una più efficace azione per le diverse età, fortemente caratterizzate da rapide evoluzioni, che comporta delle difficoltà: non si possono catalogare punti fermi per una situazione vitale in profonda e rapida trasformazione. Semmai sarà necessario ancorare le scelte di metodo ai dinamismi psicologici e soprattutto ad una precisa impostazione pastorale delle diverse età.
Alcuni principi operativi che segnano le tappe della crescita:
- favorire la “scoperta attiva” della realtà in modo che i ragazzi personalmente vi si metta di fronte, misurandosi con valori e significati attraverso approcci di tipo antropologico, storico, ecclesiale, biblico, sociale;
- orientare ad avere fiducia nella vita e speranza nell’avvenire aiutando a superare eventuali limiti, insicurezze, incapacità legate all’età, scoraggiamenti e delusioni.
Il doposcuola deve trovare atteggiamenti facilitanti la crescita cristiana, attraverso un rapporto educativo di disponibilità che permetta ai ragazzi di rispondere con realismo alle loro aspettative ed alle loro esigenze di crescita: atteggiamenti quali “l’amore autentico e manifesto”, l’accettazione incondizionata dell’età che è fatta di attenzione ai dinamismi di crescita e di ascolto profondo.
Si dice con un assioma che “si educa più per quello che si è che per quello che si dice o si fa”. Questo è soprattutto vero nel processo di maturazione alla vita di fede, perché il cristianesimo è una religione che si trasmette per testimonianza.
Il doposcuola è un luogo educativo, ossia una comunità educante che pone al centro l'attenzione alla persona nella ricchezza di tutte le sue articolazioni.
Il doposcuola è una scuola che vede in Gesù Cristo il modello di umanità pienamente realizzata.
Nella scia di don Milani: la padronanza della lingua, il potere della parola, rende cittadini. Rende uguali. Non c’è solo la dimensione legale della cittadinanza, pur importante, ma anche un’educazione alla cittadinanza attiva, una promozione dell’integrazione civica che passano attraverso la possibilità di sperimentare, e apprezzare, valori come la parità uomo-donna o il rispetto per le convinzioni e le fedi diverse dalla propria.
Il doposcuola deve essere inclusivo e aperto, verso i ragazzi, le famiglie, il territorio, perché non diventi “riserva indiana” per i “casi difficili”.
All'interno di questo contesto il doposcuola si propone di:
- potenziare la fiducia e l’autostima dello studente, facilitando i processi d’apprendimento;
- rendere lo studente protagonista dell’attività scolastica, mediante una serie di esperienze in cui la sua personalità si sviluppi attraverso il “fare” guidato o autonomo;
- promuovere forme di lavoro individuale e di gruppo, che sviluppino la consapevolezza di sé, delle proprie capacità, dei propri limiti e dei propri comportamenti;
- sviluppare nello studente la capacità di vedere la realtà da angolature diverse, superando giudizi soggettivi e atteggiamenti egocentrici;
- potenziare nello studente atteggiamenti di rispetto nei confronti di sé stesso, degli altri e dell’ambiente in cui vive;
- creare relazioni significative favorendo il benessere generale dei ragazzi;
- assicurare uno spazio che aiuti a organizzarsi e migliorare le proprie capacità scolastiche e a scegliere la scuola superiore;
- dare sostegno nello studio e nei compiti;
- essere un punto di riferimento per i problemi dei ragazzi e delle loro famiglie.
Il doposcuola promuove il benessere psico-emotivo dell’alunno e, contemporaneamente, gli offre gli strumenti più adeguati per “imparare ad imparare”, cioè gli trasmette una metodologia che lo renda sempre più autonomo nello studio e nell'esecuzione dei compiti.
La famiglia, soggetto primario dell'educazione, deve essere protagonista attiva e non delegante nella realizzazione del Progetto.