Seconda puntata del dossier a cura del Gruppo Liturgico della Comunità Pastorale

I differenti nomi della messa: Deriva dal latino “Missio” significa “Inviato”, inviati nel mondo per portare Dio e la sua Parola. Eucarestia deriva dal greco e significa “Rendere grazie”. Cena del Signore: è la cena che Gesù ha consumato con i suoi apostoli la vigilia della sua Passione. Comunione: attraverso questo sacramento noi facciamo unione con Cristo, che ci fa partecipi del suo corpo e del suo sangue per formare un unico corpo.  Lo spezzare del pane: è il gesto tipico del pasto ebraico, utilizzato da Gesù quando ha benedetto e distribuito il pane. Memoriale: è fare “memoria” per dire “io credo, io accetto” e partecipare con fede a questo gesto dello spezzare del pane. La messa è il momento più importante per un cristiano. Durante la messa si fa memoria del più grande regalo che Gesù ci ha fatto: il suo corpo ed il suo sangue. Gesù ha dato la sua vita per gli uomini, per far comprendere che l’Amore verso Dio e verso il prossimo è il modo più bello di vivere il regalo della vita che Dio ci ha fatto. Nell’Eucaristia avviene il più grande miracolo che Dio ha fatto: il pane ed il vino che noi portiamo all’altare divengono il corpo ed il sangue di Gesù per ricordarci sempre il grande gesto che Gesù ha fatto.


Rito d’introduzione

CANTO D’INGRESSO

Mentre che il celebrante (che è segno e presenza di Cristo) entra, si può fare un canto che esprima la gioia di ciò che sta per cominciare. Il canto è segno della gioia del cuore. In effetti come dice bene Sant’Agostino: “chi canta bene, prega due volte”. La funzione del canto è di dare avvio alla celebrazione, aiutare i fedeli a concentrarsi ed a mettersi in preghiera. Il canto deve essere eseguito da tutto il popolo o dove possibile dalla corale.


IL SALUTO ALL’ALTARE

La prima cosa che il prete fa prima di salutare i fedeli è il bacio dato all’altare. Perché lo fa? Perché l’altare rappresenta il Cristo che si offre in sacrificio.


IL SEGNO DELLA CROCE ED IL SALUTO DEL CELEBRANTE

Il canto d’ingresso finisce, il celebrante e tutta l’assemblea fanno il segno della croce. Va fatto con attenzione, non come un gesto automatico perché è il modo di salutare nostro Signore e di ricordare cosa ha fatto di grande per noi. Il prete saluta l’assemblea nel nome di Cristo e con questo annuncia alla comunità che si è riunita, la presenza del Signore. Il saluto è fatto con delle parole e accompagnato dal segno delle braccia aperte. Questo gesto fa pensare al Signore che vuole abbracciare ogni fedele.


ATTO PENITENZIALE

Dopo il saluto il prete invita l’assemblea a prepararsi all’eucarestia riconoscendosi peccatori e domandando il perdono per i propri peccati.


GLORIA

È un inno molto antico con il quale la Chiesa glorifica Dio. Può essere cantato o recitato. Durante il tempo di avvento o di Quaresima, non viene recitato nè cantato.


L’ORAZIONE

Dopo aver recitato o cantato il Gloria, il celebrante invita il popolo a pregare insieme facendo un breve momento di silenzio, il prete termina dicendo lui stesso una preghiera per tutta l’assemblea.


Liturgia della parola

Con le letture si offre ai fedeli la parola di Dio e si aprono loro i tesori della Bibbia. Le letture sono scelte in modo da mostrare la continuità del progetto di Dio a partire dall’antica alleanza con i profeti e che si compie con la venuta di Gesù


PRIMA LETTURA

Tratta dall’Antico Testamento


SALMO

Tratto dal libro dei salmi, è la risposta dell’uomo alla parola di Dio


SECONDA LETTURA

Tratta dalle lettere del Nuovo Testamento


ALLELUIA

È un canto che ci introduce all’ascolto del vangelo; durante il tempo di quaresima non viene cantato.


VANGELO

A questa lettura si deve accordare il massimo rispetto perché è la parola di Gesù. Ci si prepara ad ascoltare questa parola facendo tre segni di croce. I Vangeli sono stati scritti da Matteo, Marco, Luca e Giovanni.


OMELIA

È necessaria per fare crescere la vita cristiana. In effetti il celebrante usa questo momento per spiegare la parola di Dio. L’omelia è obbligatoria la domenica o nelle solennità.


Professione di fede (Credo)

La professione di fede durante la messa ha come scopo di suscitare nell’assemblea, dopo l’ascolto della parola di Dio, una risposta di consenso e di ricordare a ciascuno le regole della nostra fede.


LA PREGHIERA UNIVERSALE

È il momento dove il popolo di Dio si volge a Lui per esprimere la sua preghiera pregando per tutti gli uomini e per dei motivi particolari.


Liturgia eucaristica


PREPARAZIONE DEI DONI

I cristiani non possono e non devono assistere alla messa come dei forestieri o degli spettatori, ma ciascuno ha il diritto ed il dovere di parteciparvi in modo attivo. L’offertorio è il segno della nostra partecipazione alla messa, ciò che la bontà di Dio ci ha donato ed i frutti del nostro lavoro, noi li presentiamo all’altare come segno di ringraziamento.


IL SANCTUS

Tutta l’assemblea unendosi ad una sola voce canta o recita il “Sanctus”


LA CONSACRAZIONE

È il momento più importante di tutta la messa. Facendo memoria di quello che Gesù ha domandato nell’ultima cena e grazie al potere dello spirito santo, il pane ed il vino che si presentano all’altare divengono il corpo ed il sangue di Cristo. Non è solamente un semplice gesto che fa il prete, ma si rinnova veramente il sacrificio di Gesù sulla croce.


IL MISTERO DELLA FEDE


L’ANAMNESI,


L’OFFERTA E LE INTERCESSIONI


LA DOSSOLOGIA E L’AMEN


Riti di comunione


IL PADRE NOSTRO:

È la preghiera che Gesù ha insegnato ai suoi discepoli


IL SEGNO DELLA PACE

I fedeli si scambino un segno al fine di domandare la pace per la chiesa, per il mondo ed esprimere anche le loro intenzioni di amore e di perdono necessarie prima di ricevere l’eucaristia. Ma prima ancora, è il prete che aprendo le braccia, dona la pace di Cristo perché è solo in lui che troviamo la vera pace.


LO SPEZZARE DEL PANE (Agnello di Dio)

Mentre il prete compie il gesto dello spezzare del pane, i fedeli cantano o recitano l’agnello di Dio. Il popolo domanda pietà a Dio riconoscendo che non può essere degno di riceverlo e domanda la pace perché questa partecipazione non diventi un’occasione per provare sensi di colpa.


COMUNIONE

Come dice la parola, fare comunione è condividere la tessa vita di Cristo. I cristiani ricevono la comunione con l’intenzione di condividere la gloria di Gesù e soprattutto di amare e non rinnegare la prova della croce in una totale fiducia in lui.


PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE


Riti di conclusione

(Annunci se necessario)


BENEDIZIONE

Il prete con la benedizione finale invoca la presenza di Dio su ognuno dei presenti, l’abbondanza della sua provvidenza e la sua infinità bontà


CONGEDO

Con questo gesto finale, il prete congeda l’assemblea perché ciascuno ritorni nella sua vita quotidiana lodando e benedicendo Dio per ogni cosa.


Dal numero 13 del 19 maggio 2024 del Notiziario della Comunità Pastorale

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