Diacono Ireneo
Trent’anni fa. Era il 7 dicembre del 1994 quando insieme ad altri 6 compagni, sono stato ordinato diacono dal Cardinal Martini. Il giorno di S. Ambrogio, nella basilica di sant’Ambrogio. Eravamo il terzo gruppo di ordinati, 17 in tutto.
In 30 anni il diaconato in diocesi di Milano e nel mondo ha camminato ed è cresciuto. Oggi i diaconi ambrosiani sono 168 e i gruppi di ordinati sono arrivati a 30. Per la maggior parte sposati, ma un buon numero restano celibi. Perché con la ordinazione si rimane nella condizione di vita in cui si è.
In quegli anni abbiamo vissuto una esperienza di formazione e di crescita straordinaria. Perché sentivamo di partecipare all’inizio di una nuova avventura dello Spirito per noi, le nostre famiglie e la chiesa ambrosiana. Un inizio voluto da un Padre della chiesa come il cardinal Martini, ribadita e sostenuta dagli arcivescovi che si sono succeduti, fino all’attuale arcivescovo mons. Mario Delpini, che ben conosce ed apprezza la presenza dei diaconi in diocesi.
Io ero stato in seminario da ragazzo. Avevo poi fatto scelte diverse, costruendo con Giovanna la nostra famiglia. Tuttavia ero sempre stato legato alla chiesa, ai nostri sacerdoti. Quando sono diventato diacono avevamo tre figli e una professione avviata nell’area dei servizi alle persone in difficoltà - minori, disabili, anziani – attraverso la realtà della cooperazione sociale.
La vocazione al diaconato è nata in questo contesto di lavoro e di famiglia. Il diacono, infatti, viene ordinato per il servizio, fa parte del clero, assieme ai vescovi e ai sacerdoti, ma porta con sé tutta la esperienza del lavoro e della famiglia, con i suoi momenti belli e le sue difficoltà. Questa è un po’ la sua caratteristica: ricordare a tutti – a sé stesso in primo luogo – il primato del servire nella chiesa, come Gesù ci ha insegnato.
Papa Francesco, in visita a Milano nel 2017, rispondendo ad una domanda sul diaconato permanente, disse che dobbiamo stare attenti a non vedere i diaconi come mezzi preti e mezzi laici. Perché i diaconi hanno un carisma proprio.
“Voi avete un carisma chiaro nella Chiesa e dovete costruirlo. Il diaconato è una vocazione specifica, una vocazione familiare che richiama il servizio. Questa parola è la chiave per capire il vostro carisma. Il servizio come uno dei doni caratteristici del popolo di Dio. Il diacono è – per così dire – il custode del servizio nella Chiesa. Voi siete i custodi del servizio nella Chiesa: il servizio alla Parola, il servizio all’Altare, il servizio ai Poveri. E la vostra missione, la missione del diacono, e il suo contributo consistono in questo: nel ricordare a tutti noi che la fede, nelle sue diverse espressioni – la liturgia comunitaria, la preghiera personale, le diverse forme di carità – e nei suoi vari stati di vita – laicale, clericale, familiare – possiede un’essenziale dimensione di servizio. Il servizio a Dio e ai fratelli. E quanta strada c’è da fare in questo senso!
In questi anni ho cercato, non senza fatica e limiti, di rispondere alle esigenze di questa vocazione al servizio. Cercando di capire quale fosse in concreto la mia strada. Cosa mi chiedesse il Signore. Negli anni ho scoperto che questa chiamata riguardava un ambito particolare della vita, quello della famiglia. La famiglia provata, ferita, in condizione di difficoltà, era il campo esistenziale, in cui il Signore mi chiamava a svolgere il mio ministero. In questo tempo fluido ed inconsistente, eppure pieno di promesse, carico di speranza e attesa per tanti giovani.
È così che è nata, nel 2001, la esperienza della cooperativa Agape, fondata insieme ad alcuni sacerdoti del decanato di Treviglio. Agape gestisce oggi il consultorio accreditato Centro per la famiglia di Treviglio, il consultorio familiare presso il santuario di Caravaggio, il Centro di psicoterapia integrato, Familyper e diversi altri progetti di sostegno psicologico ed educativo ai ragazzi, alle coppie, alle famiglie. Quando segui il Signore, lui stesso si incarica di aprirti le strade. La cooperativa oggi vede impegnati 90 operatori socio sanitari, 30 volontarie. Offre diversi servizi, ogni anno, a oltre 10.000 utenti del nostro ambito territoriale. Esprime così concretamente la attenzione e la cura delle comunità cristiane locali, appartenenti alle diocesi Milano e di Cremona, verso i bisogni di sostegno psicologico e sanitario delle nostre famiglie.
Che esperienza è stata quella di questi anni?
È stata un’avventura straordinaria che il Signore ha sviluppato e fatto fiorire, nel tempo, sotto i miei occhi, nonostante gli ostacoli che, a volte, io stesso ponevo, con i miei limiti e le mie mancanze.
Ma questo non è tempo di bilanci. E’ tempo di camminare a fianco delle famiglie, di costruire, finché il Signore vorrà, luoghi di incontro, di fraternità, di servizio appassionato e competente, affinché tutte le famiglie possano esprimere e realizzare in pienezza, superando ogni ostacolo, la propria vocazione all’amore.